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Uzbekistan: l’arresto di un blogger mette in dubbio la libertà di stampa promossa da Mirziyoyev

Il presidente dell’Uzbekistan aveva detto ai giornalisti di “non aver paura” nel riferire “con franchezza” i problemi che affliggono il Paese. “Il presidente vi sostiene”, ha detto Shavkat Mirziyoyev il 4 febbraio.

Tuttavia, solo pochi giorni prima che Mirziyoyev si schierasse pubblicamente per la libertà di stampa, Otabek Sattoriy, blogger e giornalista della città meridionale di Termez, è stato coinvolto in un’operazione di polizia che ha ricordato a molti i tempi del predecessore di Mirziyoyev, Islam Karimov, presidente-autocrate da prima dello scioglimento dell’Unione Sovietica sino alla morte.

Le telecamere di sorveglianza hanno catturato il momento in cui Sattoriy è stato fermato fuori dalla sua abitazione da una squadra di agenti in borghese del Ministero dell’Interno e caricato in un’auto senza matricola. I rappresentanti del ministero dell’Interno hanno successivamente affermato che il giornalista era sospettato di frode ed estorsione.

“Durante le attività operative, il cittadino Otabek S. è stato arrestato mentre riceveva un telefono cellulare Vivo-X50 trattato con sostanze chimiche del valore di 5 milioni di sum (circa 450 euro) dal cittadino Lochin T.”, ha riferito la polizia in una dichiarazione , alludendo a un’apparente operazione a presunta intrappolare Sattoriy.

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https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/02/09/uzbekistan-larresto-un-blogger-mette-dubbio-la-liberta-stampa-promossa-mirziyoyev/

Turchia, Istanbul: al via conferenza sulla pace e sulla cooperazione con i partner regionali

 iniziata a Istanbul, martedì 16 febbraio, una conferenza di pace internazionale con esperti di diversi Paesi, tra cui Turchia, Pakistan, Azerbaigian e Kazakistan, per discutere degli attuali conflitti riguardanti l’ordine internazionale e delle soluzioni pacifiche per la loro risoluzione attraverso la cooperazione tra i partecipanti. La conferenza, dal titolo “Turchia, Pakistan e Asia centrale: partenariato per la pace”, è ospitata dal Centro turco per gli affari diplomatici e gli studi politici (DIPAM) in collaborazione con il Centro pakistano di Lahore per la ricerca sulla pace (LCPR).

“Dobbiamo imparare gli uni dagli altri per essere partner nella pace”, ha detto Tolga Sakman, presidente di DIPAM, chiedendo una cooperazione a tutti i livelli tra Turchia, Pakistan e le nazioni dell’Asia centrale, non solo nel settore economico e commerciale, ma anche nelle aree culturali, politiche e accademiche. Riferendosi a questioni come quella del Kashmir, del Nagorno-Karabakh e della Repubblica turca di Cipro del Nord (TRNC), riconosciuta come entità indipendente solo da Ankara, Sakman ha affermato che i principi condivisi tra Turchia, Pakistan e i Paesi amici dell’Asia centrale “daranno un grande contributo nella nuova era dell’ordine mondiale”. “Si spera che questa conferenza funga da piattaforma in cui verranno condivise e lavorate visioni diverse”, ha aggiunto il presidente di DIPAM. “Tenere la terza conferenza in Turchia mostra l’amore e il rispetto che il Pakistan ha per questo grande Paese”, ha sottolineato, dal canto suo, durante la conferenza Nazir Hussain, direttore esecutivo della LCPR. Hussain, che è un ex diplomatico dei servizi esteri del Pakistan, ha specificato che lo scopo della conferenza è quello di “promuovere la ricerca e costruire la pace tra culture, società e nazioni”. 

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https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/02/16/turchia-istanbul-al-via-conferenza-sulla-pace-sulla-cooperazione-partner-regionali/

Qual è la condizione delle donne in Kazakistan

Il moto riformista  che ha connotato l’era Toqaev sin dai primordi sta riscrivendo il volto del Kazakistan. Non v’è settore che non sia stato toccato dall’onda del cambiamento generata dal passaggio di scettro fra Nursultan Nazarbaev, lo storico padre della nazione, e Qasym-Jomart Toqaev, il suo prediletto successore.

Dagli investimenti alla finanza, passando per l’energia, il dialogo con il vicinato e con le grandi potenze, il sistema penale e la cultura, Toqaev ha dato impeto ad un processo trasformativo tanto repentino quanto esteso che, comunque sia, sta funzionando perché, lungi dal non avere basi di sostegno, ha potuto attingere all’eredità vasta e concreta lasciata dal predecessore.

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https://it.insideover.com/politica/tanta-burocrazia-e-poca-efficienza-il-fallimento-europeo-sui-vaccini-spiegato.html

Nuovo formato per la pace in Siria composto da Russia, Turchia e Qatar. Ma non sostituisce Astana

Il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov ha lavorato nel silenzio ed ha cercato un consenso più allargato affinché la tenaglia intorno alla Siria si allenti e si trovi un accordo almeno con gli attori locali. Quindi ha cominciato a coinvolgere anche il Qatar in un nuovo formato di negoziati che comprende Russia, Turchia , Qatar. Questo allo scopo di cercare di sparigliare le carte e sbloccare la situazione di stallo attuale .

Il contesto attuale vede una ripresa delle ostilità diffusa, ricominciata di pari passo con l’insediamento di Biden che ha rafforzato gli asset delle truppe di occupazione americane in Siria. Inoltre,  il presidente americano ha innalzato i toni in alcune dichiarazioni bellicose del suo staff che non lasciano ben sperare nel futuro. In definitiva, gli Stati Uniti intendono rimanere in Siria permanentemente per farne una nuova base di appoggio per la politica antirussa in Medioriente.

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https://www.vietatoparlare.it/nuovo-formato-per-la-pace-in-siria-composto-da-russia-turchia-e-qatar-ma-non-sostituisce-astana/

 

Turchia, Russia e Cina: la corsa al “grande gioco” dell’Asia Centrale

L’Asia centrale, oggi composta da cinque Stati indipendenti (Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Turkmenistan e Tagikistan), è la regione meno studiata al mondo, per molti anni regolarmente dimenticata e poi riscoperta.

Situata nel cuore dell’Eurasia, all’incrocio delle antiche Vie della Seta, collega la Cina al Mediterraneo, l’India alla Siberia. Popolata da circa 70 milioni di abitanti, confinante con Cina e India, comprendenti rispettivamente più di un miliardo di abitanti, è ancora oggi, a trent’anni dalla fine dell’Urss, una terra unica. Unicità che deriva dalla sua storia moderna, iniziata con il suo passaggio sotto il dominio coloniale russo nel XIX secolo e la successiva inclusione nel sistema sovietico, protrattasi per 70 anni. Le culture locali prevalentemente musulmane sunnite, con poche isole sciite e cristiane (ortodossi e protestanti, ebrei locali e ashkenaziti), sono state mantenute nonostante la forte russificazione e la secolarizzazione nel XX secolo, che hanno messo in discussione la loro identità all’indomani dell’indipendenza nel 1992.

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