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Mondo Caucaso: cosa sta accadendo oggi?

l “bollettino di guerra” della fine estate 2017 in Nagorno Karabakh è – come sempre negli ultimi anni, da quando il cessate il fuoco si è fatto sempre più fragile – poco incoraggiante.

Il conflitto per Nagorno Karabakh, regione del Caucaso Meridionale, si protrae dalla fine degli anni ’80, quando l’enclave armena in territorio azerbaijano che abita il territorio del Nagorno-Karabakh si dichiarava prima parte della confinante Armenia, poi indipendente. E così la situazione politica è rimasta da allora, con l’Azerbaijan che rivendica il diritto alla propria integrità territoriale e che si è armato fino ai denti, sempre più persuaso che una soluzione politica in questa direzione non sia perseguibile.

Il cessate il fuoco firmato nel 1994 ha congelato le posizioni sul campo, almeno fino agli scontri dell’aprile del 2016, quando per la prima volta l’Azerbaijan ha alterato con una ri-conquista la così detta Linea di Contatto fra le parti. Da allora non si sono più registrati scontri di pari intensità, ma la lista dei morti e dei feriti, civili e militari, si allunga inesorabilmente.

Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa Armeno e dal Ministero della Difesa del Nagorno-Karabakh, almeno tre soldati armeni sono stati uccisi nelle ultime settimane: Arman Movsisyan (nato nel 1998) il 14 agosto, Artak Bisharyan (nato nel 1991) il 27 agosto, Hayk Khachatryan (nato nel 1998) il 1 settembre. L’Esercito della Difesa del Nagorno Karabakh ha pubblicato rapporti settimanali sulle violazioni del cessate il fuoco per circa un totale di 890 episodi. Parallelamente, il Ministero della Difesa azerbaiajano ha registrato nei suoi rapporti quotidiani tra 115 e 156 violazioni quotidiane. Il 7 agosto un ragazzo azerbaijano di 13 anni, Ramin Yusifov, sarebbe rimasto gravemente ferito durante uno scambio di fuoco nel distretto di Tovus. 

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